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Nel Segno del Rock 4

Sabato 30 ottobre 2021, dalle 21:00
Se c’è una speranza è nei giovani e la loro musica 
Quarto appuntamento con la “Scuola di Musica Mozart”. 
 
Questo progetto vive della collaborazione attiva dagli insegnati e degli operatori della scuola di musica “Mozart” che presta la sua opera nel territorio del VI Municipio dal lontano 1983, struttura che accoglie e raccoglie le esigenze di un territorio periferico a volte di difficile gestione sociale. 

Motivazione e stesura integrazione generazionale partecipata, queste sono le parole d’ordine di questa performance aperta a tutti. Spazi come teatri e centri culturali debbono ora più che mai fare da residenza alle esigenze delle nuove generazioni, ma anche a qualche vecchio nostalgico della chitarra Rock, che ultimamente, vista l’emergenza pandemica non ha potuto essere protagonista o semplice spettatore di qual si voglia performance artistico musicale.
 
L’intento è quello di creare connettività e continuità artistico culturale tra persone diverse e soprattutto generazioni diverse.
 
La musica, sempre lei la colpevole, volenti o nolenti è anello di congiunzione, ponte in mezzo al guado della socialità, elemento collante e indissolubile, senza il quale saremmo tutti più poveri, almeno moralmente. 
 
L’evento sarà in presenza con il rispetto delle misure anticovid, e in diretta sulla nostra pagina fb.
Per info e prenotazioni tel. 366.920.3977

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Nel Segno del Rock 3

Giovedì 24 giugno, dalle 20:30
Se c’è una speranza è nei giovani e la loro musica 
Terzo appuntamento con la “Scuola di Musica Mozart”. 
 
Attraverso la musica cerchiamo di creare connettività e continuità artistico culturale tra persone diverse e soprattutto generazioni diverse.
 
La musica, sempre lei la colpevole, volenti o nolenti è anello di congiunzione, ponte in mezzo al guado della socialità, elemento collante e indissolubile, senza il quale saremmo tutti più poveri, almeno moralmente.” Marco Abbondanzieri
 
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Nel Segno del Rock 2

Sabato 19 giugno, dalle 20:00
Se c’è una speranza è nei giovani e la loro musica 
Erano i mitici anni sessanta quando un giovanotto un po’ spiantato girava con una chitarra sulle spalle per New York in compagnia di una bellissima ragazza con i capelli rossi. Erano sempre quegli anni quando un gruppetto di ragazzi inglesi si divertiva nelle cantine con il blues e ascoltava il Rock & Roll americano.
 
A quel tempo tanti giovani pensavano che la musica avrebbe tolto il male dal mondo e che l’amore avrebbe trionfato, come in America anche in Italia e in tutte le parti del globo. Qualcuno di loro si è bruciato come Icaro al sole, qualcuno ha resistito e qualcuno ha scelto di andarsene prima forse per lasciare di se un ricordo indelebile, magari a 27 anni come nel caso di Hendrix, della Joplin, dell’icona dei Doors, quel Morrison scomparso quasi nel nulla, come un fantasma e tanti altri che è impossibile elencare.
 
A noi sono rimaste le loro canzoni, i loro soli di chitarra e i loro volti, sempre più scavati e sempre più seducenti. Ma oggi? Dove sono andati tutti questi angeli e qualcuno di loro anche maledetto. Di sicuro è impossibile ripercorrere quelle strade, come è difficile che qualcuno possa risuonarci un solo alla Hendrix in modo spontaneo e senza l’ausilio di You Tube??? Però è sempre sulla strada o meglio dire è “On the road per citare un grande della letteratura come Jack Keruac e il suo lascito, che succedono le cose migliori.
 
Il territorio Est di Roma ha pullulato di questa forza e da decenni produce risorse artistiche di riguardo. Nei nostri quartieri sono nati e cresciuti musicalmente decine di artisti, solo per ricordarne qualcuno, Claudio Baglioni, Eros Ramazzotti, Michele Zarrillo, Paolo Carta, Giampiero Artegiani, Enrico Capuano e tantissimi altri che è inutile citare.
 
Ma dove nascono questi talenti, nelle cantine allora, nelle scuole di musica e nelle sale prova oggi. La nostra idea è proprio questa, ricercare questi talenti in casa nostra, nel nostro ambiente familiare, nelle nostre scuole popolari di musica, nei centri di aggregazione culturale e se possibile per strada.
 
Quella strada che ha formato migliaia di giovani musicisti e che oggi sembra morire sopraffatta dalla potenza dei Media. Portare qualcuno di loro, a prescindere dal tipo di genere, in un teatro dove proprio la musica pura non alberga normalmente è una operazione duale e di grosso respiro culturale. Di norma i giovani vedono le strutture teatrali come qualcosa di avulso dal loro mondo, ma al momento del contatto la cosa muta, quella che è indifferenza e a volte vera diffidenza si trasforma in interesse e amore.
 
La sinergia tra queste realtà può dare buoni risultati, il coinvolgimento di pubblico e la ricca tecnica musicale dei gruppi chiamati a tale compito possono e devono essere una occasione d’incontro tra realtà del territorio della periferia sempre più bistrattata e dimenticata, il teatro periferico, le istituzioni e tutte quelle componenti positive e propositive che magari non escono alla luce proprio per mancanza di visibilità, questo progetto vive della collaborazione attiva dagli insegnati e degli operatori della scuola di musica “Mozart” che presta la sua opera nel territorio del VI Municipio dal lontano 1983, struttura che accoglie e raccoglie le esigenze di un territorio periferico a volte di difficile gestione sociale.
 
Motivazione e stesura Integrazione generazionale partecipata, queste sono le parole d’ordine di questa performance aperta a tutti. Spazi come teatri e centri culturali debbono ora più che mai fare da residenza alle esigenze delle nuove generazioni, ma anche a qualche vecchio nostalgico della chitarra Rock, che ultimamente, vista l’emergenza pandemica non ha potuto essere protagonista o semplice spettatore di qual si voglia performance artistico musicale. L’intento è quello di creare connettività e continuità artistico culturale tra persone diverse e soprattutto generazioni diverse. La musica, sempre lei la colpevole, volenti o nolenti è anello di congiunzione, ponte in mezzo al guado della socialità, elemento collante e indissolubile, senza il quale saremmo tutti più poveri, almeno moralmente. 
 
 
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Nel Segno del Rock 2 

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Nel Segno del Rock

Sabato 12 giugno, dalle 20:00
Se c’è una speranza è nei giovani e la loro musica 
Erano i mitici anni sessanta quando un giovanotto un po’ spiantato girava con una chitarra sulle spalle per New York in compagnia di una bellissima ragazza con i capelli rossi. Erano sempre quegli anni quando un gruppetto di ragazzi inglesi si divertiva nelle cantine con il blues e ascoltava il Rock & Roll americano.
 
A quel tempo tanti giovani pensavano che la musica avrebbe tolto il male dal mondo e che l’amore avrebbe trionfato, come in America anche in Italia e in tutte le parti del globo. Qualcuno di loro si è bruciato come Icaro al sole, qualcuno ha resistito e qualcuno ha scelto di andarsene prima forse per lasciare di se un ricordo indelebile, magari a 27 anni come nel caso di Hendrix, della Joplin, dell’icona dei Doors, quel Morrison scomparso quasi nel nulla, come un fantasma e tanti altri che è impossibile elencare.
 
A noi sono rimaste le loro canzoni, i loro soli di chitarra e i loro volti, sempre più scavati e sempre più seducenti. Ma oggi? Dove sono andati tutti questi angeli e qualcuno di loro anche maledetto. Di sicuro è impossibile ripercorrere quelle strade, come è difficile che qualcuno possa risuonarci un solo alla Hendrix in modo spontaneo e senza l’ausilio di You Tube??? Però è sempre sulla strada o meglio dire è “On the road per citare un grande della letteratura come Jack Keruac e il suo lascito, che succedono le cose migliori.
 
Il territorio Est di Roma ha pullulato di questa forza e da decenni produce risorse artistiche di riguardo. Nei nostri quartieri sono nati e cresciuti musicalmente decine di artisti, solo per ricordarne qualcuno, Claudio Baglioni, Eros Ramazzotti, Michele Zarrillo, Paolo Carta, Giampiero Artegiani, Enrico Capuano e tantissimi altri che è inutile citare.
 
Ma dove nascono questi talenti, nelle cantine allora, nelle scuole di musica e nelle sale prova oggi. La nostra idea è proprio questa, ricercare questi talenti in casa nostra, nel nostro ambiente familiare, nelle nostre scuole popolari di musica, nei centri di aggregazione culturale e se possibile per strada.
 
Quella strada che ha formato migliaia di giovani musicisti e che oggi sembra morire sopraffatta dalla potenza dei Media. Portare qualcuno di loro, a prescindere dal tipo di genere, in un teatro dove proprio la musica pura non alberga normalmente è una operazione duale e di grosso respiro culturale. Di norma i giovani vedono le strutture teatrali come qualcosa di avulso dal loro mondo, ma al momento del contatto la cosa muta, quella che è indifferenza e a volte vera diffidenza si trasforma in interesse e amore.
 
La sinergia tra queste realtà può dare buoni risultati, il coinvolgimento di pubblico e la ricca tecnica musicale dei gruppi chiamati a tale compito possono e devono essere una occasione d’incontro tra realtà del territorio della periferia sempre più bistrattata e dimenticata, il teatro periferico, le istituzioni e tutte quelle componenti positive e propositive che magari non escono alla luce proprio per mancanza di visibilità, questo progetto vive della collaborazione attiva dagli insegnati e degli operatori della scuola di musica “Mozart” che presta la sua opera nel territorio del VI Municipio dal lontano 1983, struttura che accoglie e raccoglie le esigenze di un territorio periferico a volte di difficile gestione sociale.
 
Motivazione e stesura Integrazione generazionale partecipata, queste sono le parole d’ordine di questa performance aperta a tutti. Spazi come teatri e centri culturali debbono ora più che mai fare da residenza alle esigenze delle nuove generazioni, ma anche a qualche vecchio nostalgico della chitarra Rock, che ultimamente, vista l’emergenza pandemica non ha potuto essere protagonista o semplice spettatore di qual si voglia performance artistico musicale. L’intento è quello di creare connettività e continuità artistico culturale tra persone diverse e soprattutto generazioni diverse. La musica, sempre lei la colpevole, volenti o nolenti è anello di congiunzione, ponte in mezzo al guado della socialità, elemento collante e indissolubile, senza il quale saremmo tutti più poveri, almeno moralmente. 
 
 
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Nel Segno del Rock 

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