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Unplugged Emmaus, Mancio & Stefano Iacone

Sabato 13 novembre 2021, dalle 21:00
All’Ex Mercato Torrespaccata, continua la nostra rassegna della canzone d’autore romana e non.
 
Una mano bianca e una nera chiuse in una stretta serrata e indissolubile. Questo era il simbolo, oggi diremmo logo, del Folkstudio. Agli inizi degli anni ‘60 un nero e un bianco portarono in cantina quello che a Roma era prassi fare nelle piazze nei raduni estivi. Prima di loro streghe e donne fatali si contendevano il primato in una città col sole da marzo a novembre. 

Poi sul folk studio c’è una leggenda, una leggenda che racconta di un menestrello proveniente dall’America con il viso pallido, riccioluto e magro come un chiodo che si posò sul trono di Trastevere… Bob Dylan e da lì il mito. 

Da allora centinaia sono stati gli artisti che hanno calcato il palco del mitico Folkstudio di Roma, noti meno noti, conosciuti e ricordati come i quattro ragazzi della canzone di Venditti: lo stesso Antonello, il compianto Giorgio Lo Cascio, Francesco de Gregori e Ernesto Bassignano, e altri che fatta una breve apparizione sono caduti nel dimenticatoio. Poi quelli che anche dopo la loro scomparsa continuano a vivere con le loro canzoni, cantautori come Stefano Rosso e Rino Gaetano, solo per citarne due dei più famosi, sono sempre presenti nelle nostre discografie e soprattutto nei ricordi di molti. 

Cantautore” termine questo coniato da uno dei padri della nostra musica moderna, Nanni Ricordi, coraggioso e visionario manager, e poi vocabolo trascinato in alto da un altro romano doc Vincenzo Micocci, si proprio quel Vincenzo che Alberto Fortis voleva ammazzare in una delle sue prime canzoni, insieme ad una invettiva crudele contro i romani, di cui Fortis si pentirà, ma che i romani di una certa generazione non hanno ancora dimenticato, le stesse invettive come “Roma ladrona” che fino a qualche anno fa erano di moda e che oggi qualcuno, lo stesso che le ha usate per scalare vette politiche, dice di non aver mai pronunciato, si la memoria certe volte inganna… 

Ed è proprio a Roma che nascono, specialmente in periferia, eccellenze e sperimentazioni sulla musica in genere. Tradizione questa che non sembra, per nostra fortuna, tramontare. In questo contesto nasce il progetto, il trio acustico “Unplugged Emmaus, Mancio & Stefano Iacone”

Il trio nasce dall’incontro di due cantautori romani: Ezio Fattore e Emiliano Cicchinelli che insieme a Stefano Iacone alle percussioni creano un Unplugged d’autore, aggiungendo al loro repertorio classici dei grandi della musica italiana.
L’evento sarà in presenza con il rispetto delle misure anticovid, e in diretta sulla nostra pagina fb.
Per info e prenotazioni tel. 366.920.3977

Vi aspettiamo!

Unplugged Emmaus, Mancio & Stefano Iacone 

All’Ex Mercato Torrespaccata, continua la rassegna sulla musica d’autore. 

Avete perso il trio acustico “Unplugged Emmaus, Mancio & Stefano Iacone“?
Nessun problema! Guardate il video della diretta. 

Grazie a tutti per aver partecipato all’evento in presenza e in live! 

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Che strana maestra che è la vita, Mario Fommei

Sabato 06 novembre 2021, dalle 21:00 
Recital di Mario Fommei
All’Ex Mercato Torrespaccata, continua la rassegna sulla musica d’autore.
 
Un caro amico e cantautore, Mario Fommei ci canterà e racconterà le sue canzoni. 
L’evento sarà in presenza con il rispetto delle misure anticovid, e in diretta sulla nostra pagina fb.
Per info e prenotazioni tel. 366.920.3977

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Che strana maestra che è la vita, Mario Fommei

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Eventi

L’ultimo dei Mojicani, Roberto Kunstler racconta la sua canzone

Sabato 16 ottobre 2021, dalle 21:00

Nel 2019 Roberto Kunstler, la scheda artistica è riprodotta a piè pagina, tenne un concerto nel nostro teatro, da allora è nato tra lui e l’Ex Mercato un legame che va oltre la mera rappresentazione. Con Roberto c’è stata subito unità d’intenti e sintonia. 

Stavolta però Kunstler non sarà solo protagonista e interprete delle sue canzoni, accompagnato da un altro musicista Andrea Libero Cito, sarà il narratore di una delle stagioni più belle della nostra storia, quella della musica d’autore. 

Il titolo della serata è eloquente, quanto al contempo enigmatico, il termine Ultimo dei Mohicani era l’appellativo affettuoso che Ennio Melis, il patron e fondatore della RCA italiana amava chiamare il giovane Roberto Kunstler. Racconta il cantautore, “Avevo allora 19 anni e tra il Folk Studio e la RCA che aveva sede sulla Tiburtina, oggi ridotta ad un magazzino, mi rapportavo con personaggi del calibro di Lucio Dalla, Antonello Venditti e De Gregori, che erano molto più grandi ed esperti di me”. Saranno questi, oltre le canzoni e la presentazione dell’ultimo album di Roberto, “Davanti alla fine del mondo”, di cui riportiamo la scheda tecnico artistica nella sezione contributi a piè pagina, i temi conduttori di questo omaggio alla nostra tradizione canora. 

Ennio Melis nel 1984 lascia la RCA ormai in crisi, non volendo ripetere l’operazione dolorosa che lo vide attore agli inizi della sua carriera, dove fu costretto a lasciare a casa circa duecento dipendenti. Un concerto e tante chiacchiere sulla storia della RCA, l’importanza che questa realtà ha avuto in primis nella nostra città, dando lavoro a migliaia di persone. La spinta propulsiva che la musica leggera dagli anni ’50 in poi ha prodotto nella nostra economia è a volte un elemento che si tende a rimuovere, è giusto però ricordare che l’industria discografica, quindi per logico principio l’industria culturale di cui è figlia, è stata per tre e più decenni fonte di guadagni ma anche di redistribuzione di ricchezza. Offrendo poi milioni di posti lavoro, in un paese ferito dal conflitto, non possiamo dimenticare che la canzone ha svolto anche un ruolo didattico, unendo e educando a una lingua comune un paese ancora diviso dai dialetti e con un tasso di analfabetismo altissimo, nonché un effetto lenitivo per i mali oscuri e i momenti bui della nostra storia. 

L’evento sarà in presenza con il rispetto delle misure anticovid, e in diretta sulla nostra pagina fb.
Per info e prenotazioni tel. 366.920.3977 

Vi aspettiamo!!! 

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Cultura

Come i pini di Roma la vita non li spezza… La musica d’autore a Roma

Una mano bianca e una nera chiuse in una stretta serrata e indissolubile. Questo era il simbolo, oggi diremmo logo, del Folkstudio. Agli inizi degli anni ‘60 un nero e un bianco portarono in cantina quello che a Roma era prassi fare nelle piazze nei raduni estivi. Prima di loro streghe e donne fatali si contendevano il primato in una città col sole da marzo a novembre. Poi sul folk studio c’è una leggenda, una leggenda che racconta di un menestrello proveniente dall’America con il viso pallido, riccioluto e magro come un chiodo che si posò sul trono di Trastevere… Bob Dylan e da li il mito. Da allora decine sono stati gli artisti che hanno calcato il palco del mitico Folkstudio di Roma, noti meno noti, conosciuti e ricordati come i quattro ragazzi della canzone di Venditti: lo stesso Antonello, il compianto Giorgio Lo Cascio, Francesco de Gregori e Ernesto Bassignano, e altri che fatta una breve apparizione sono caduti nel dimenticatoio. Poi quelli che anche dopo la loro scomparsa continuano a vivere con le loro canzoni, cantautori come Stefano Rosso e Rino Gaetano, solo per citarne due dei più famosi, sono sempre presenti nelle nostre discografie e soprattutto nei ricordi di molti.

Nel settembre 2018 all’Ex Mercato di Torrespaccata c’è stata una due giorni dedicata alla musica d’autore ispirata alla figura di Luciano Bianciardi, mentore e “suggeritore” di cantautori come Enzo Jannacci e Giorgio Gaber, una due giorni piena di stimoli e riflessioni su quel fenomeno che ha visto pian piano salire alle vette del successo i “Cantautori” termine questo portato al soglio della cultura le “canzonette” da uno dei padri della nostra musica moderna, Nanni Ricordi, coraggioso e visionario manager. Vocabolo poi trasportato in alto da un altro romano doc Vincenzo Micocci. Si proprio quel Vincenzo che Alberto Fortis voleva ammazzare in una delle sue prime canzoni, insieme ad una invettiva crudele contro i romani, di cui Fortis si pentirà, ma che i romani di una certa generazione non hanno ancora dimenticato, le stesse invettive come “Roma ladrona” che fino a qualche anno fa erano di moda e che oggi qualcuno, lo stesso che le ha usate per scalare vette politiche, dice di non aver mai pronunciato, si la memoria certe volte inganna… La canzone romana comunque va avanti, l’esperienza della musica creata nonché compiuta per diletto e magari proposta ad un piccolo pubblico, non nasce però al Folkstudio negli anni 60/70 è più antica. La canzone popolare e gli stornelli del Sor Capanna, al secolo Pietro Capanni ne sono un solido esempio. Poco più tardi la figura di Romolo Balzani che potremmo definire il “Proto Cantautore”, poiché scriveva, suonava, cantava e addirittura produceva i propri dischi e la figura di Ettore Petrolini, trasformista e attore elevano la canzone romana al rango di quella napoletana, tradizionalmente più blasonata, poiché supportata da un impianto compositivo di tutto rispetto.

Nel 2019 l’esperienza della musica d’autore continua con una rassegna proprio dedicata al Folkstudio, all’Ex Mercato è prevista una tre giorni dove ogni serata sarà gestita da un cantautore, il quale condurrà i propri amici in un percorso fatto di poesia, canzone e prosa, dove i temi saranno proprio quelli cari alla nostra tradizione, un omaggio a questa città  troppo spesso crocevia di interessi politici di basso livello, interessi che lasciano indietro proprio quello per cui la città di Roma è unica, la sua immensa e millenaria cultura di tolleranza e ospitalità. Una delle canzoni più simpatiche di Alvaro Amici recitava “Più semo e mejo stamo”, tanto per dire. La rassegna è anche un omaggio ad un altro grande romano, il professor Gianni Borgna che ci ha lasciato cinque anni fa. Illustre didatta universitario e ricercatore, Borgna ha scritto tutto quello che si poteva scrivere sulla nostra musica e soprattutto sulla città di Roma. Il 16 novembre 2019 all’Ex mercato sarà ospite d’onore della struttura il cantautore Roberto Kunstler, presentato da Luigi Perazzelli, proprio uno dei ragazzi, ormai cinquantenni del Folkstudio. Per chi non lo conosce Roberto Kunstler ha vinto un Sanremo come autore di una delle canzoni più belle di Sergio Cammariere, quell’impasto tra musica melodica e Jazz che ha per titolo “Tutto quello che un uomo”. Roberto oltre che le sue canzoni presenterè il suo libro “Cantiere 50 canzoni, poesie e altri versi”, uno spaccato sulla sua carriera e la musica d’autore dal 1979 al 2019.

Il giorno 23 novembre 2019, sempre all’Ex Mercato di Torrespaccata sarà di scena la seconda edizione della “Cinema in Pellicola Day”, una giornata dove appassionati, operatori, collezionisti e curiosi potranno godere di piccole e grandi proiezioni esclusivamente su pellicola, si proprio quella pellicola che tanto ha dato al cinema ma anche a quello che era il movie film, quei piccoli filmini in super 8 che hanno documentato, prima delle videocamere e dei selfie, la vita quotidiana. Tutti i formati saranno presentati e proiettati, dal 8 e super 8 millimetri al 16 mm, per finire col cinematografico 35 mm. Ospite d’onore sarà il regista Sergio Martino, regista cult degli anni ’70, autore di pellicole come “La coda dello scorpione” o “Lo strano vizio della signora Ward” interpretato da una delle icone del cinema italiano Edwige Fenech. In allegato il comunicato stampa dell’associazione promotrice.

Sabato 30 novembre avrà luogo una performance teatrale dedicata alla giornata internazionale per l’eliminazione della violenza controle donne. Tale ricorrenza viene celebrata il 25 novembre ed è stata ufficializzata dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite il 17 dicembre 1999 ma ha radici ben più lontane nel tempo: fu nel 1981 che un gruppo di attiviste riunitesi nell’Incontro Femminista Latinoamericano e dei Caraibi, tenutosi a Bogotà, scelse questa data in ricordo del brutale assassinio, avvenuto il 25 novembre 1960, delle sorelle Mirabal, ferventi oppositrici del regime dittatoriale di Rafael Leónidas Trujillo in Repubblica Dominicana. Tale ricorrenza trova diffusione in Italia solo dal 2005 e, spesso, ne viene ignorata l’origine. La performance, basata sul libro “Il tempo delle Farfalle” di Julia Alvarez, ha lo scopo di far conoscere la storia di Minerva, Patria, Mate e Dedè, “Las Mariposas”, le farfalle, loro nome in codice nella lotta contro quella che è ancora considerata una delle dittature più feroci dell’America Latina.