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EssereMateria

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Un grande contenitore di libera sperimentazione 

di Alfonso Gallo 

Il 28 ed il 29 Ottobre 2022, dalle ore 19:00, sarà possibile assistere presso l’Ex Mercato di Torre Spaccata a due giornate dedicate al dialogo tra danza e fotografia. L’evento è organizzato da “Collettivo Overlimbs“, “Gruppo creativo Peloponneso” ed “Ex Mercato Torre Spaccata, Officina della Cultura“. 

Le due figure principali di questo Open studio sono Giovanna Zanchetta, artista, danzatrice e performer, e Rosario Bova, presidente del “Gruppo creativo Peloponneso” ed anche lui artista. 

Ho avuto il piacere di poter assistere alle prove presso il luogo dell’evento, un luogo evocativo che rappresenta una vera e propria collezione d’arte, un punto di riferimento per il quartiere di Torre Spaccata, e al medesimo tempo di poter parlare di questo magico posto insieme a Marco Marinelli, presidente dell’Associazione Culturale Calpurnia

Marco Marinelli riporta qualche cenno storico del posto, racconta cos’era questo luogo prima dell’arrivo dell’associazione, racconta che era un vero e proprio mercato abbandonato e trasformato in quello che oggi possiamo vedere, un luogo così ricco di cultura e con un così forte impatto sociale. Marinelli mi spiega che il motivo per cui l’Ex Mercato è così importante per la città di Roma, risiede nel fatto che è libero e non ci sono consensi, e a proposito della situazione attuale del teatro in Italia, egli afferma che il teatro non esiste più se non quello dei consensi, se hai il consenso il teatro esiste ma se non hai il consenso, a quel punto non possiedi più i riflettori accesi. Sottolinea inoltre come il teatro, almeno in Italia, non sia mai infondo esistito per tutti ma per un èlite, ed a proposito dello spazio teatrale, egli afferma come non serve lo spazio in quanto lo spazio stesso è finto, il teatro infatti lo dobbiamo fare noi, anche per strada. 

Ci tiene infine a sottolineare come sia difficile spiegare tutto ciò in questo preciso periodo storico. Quando gli chiedo cosa sia per lui il teatro, Marinelli afferma che per egli il teatro è vedere ciò che lui non ha visto. Queste che Marco Marinelli ci ha donato, sono delle vere e proprie riflessioni sulle quali soffermarsi e riflettere concretamente. 

EssereMateria” è il titolo delle due giornate, e per Giovanna Zanchetta “essere materia” equivale ad un grande contenitore di sperimentazioni. Per Rosario Bova, “essere” equivale a ciò che noi siamo, mentre “materia” equivale a tutto ciò che è intorno a noi.

Rosario mi spiega come l’obiettivo fosse proprio quello di materializzare l’essere della danza con un qualcosa di materiale come la fotografia. Egli afferma che fotografare equivale a materializzare un’emozione, un’espressione, uno sguardo, un attimo.

Ho intervistato Giovanna dopo un lungo pomeriggio di prove, durante l’intervista mi racconta che all’inizio del progetto ci si è chiesto quali parole potessero contenere questa idea di grande contenitore, che potessero rappresentarla nella maniera più fedele, ma queste parole dovevano anche rappresentare allo stesso tempo l’essenza e la necessità di questo evento. 

Tutto nasce infatti da una necessità quasi esistenziale di trovare un punto di libera sperimentazione e soprattutto di condivisione con il pubblico. Giovanna racconta inoltre che l’intenzione non è stata quella di organizzare delle serate semplicemente performative, ma un luogo in cui lo spettatore si senta libero di fruire ed è lui stesso creatore in quanto fruitore. 

Era quindi arrivato il momento di condividere queste esperienze che vengono portate avanti da diversi mesi in sala così come all’esterno.

È lecito chiedersi a questo punto cosa significhino per la danzatrice le parole essere e la parola materia: “Essere perché è un qualcosa che fa parte del nostro essere, noi come danzatori, come performer, come fotografi, come organizzatori. Materia perché si tratta di qualcosa di materiale, quello che si va a cercare è qualcosa di estremamente materiale”.

All’interno di tutto ciò si intreccia il rapporto con la fotografia. Ricordo infatti che le due giornate si caratterizzano per questo rapporto fra danza e fotografia. Questo dialogo nasce per poter rendere materiale ed immortale il prodotto della danza che è materiale, ma allo stesso tempo invisibile. 

Come renderla materiale indipendentemente dal tempo? Giovanna afferma che la fotografia è un mezzo e chiaramente non è un mezzo fedele alla danza in sé e per sé, ma ne crea un prodotto ulteriore, ed è questo ciò che affascina la danzatrice ed il suo gruppo, ovvero il possibile dialogo tra questi due mondi che non sono assolutamente separati ma si contaminano costantemente.

Anche per un danzatore vedere come può evolvere quella che è stata la sua arte in un’altra arte è qualcosa di veramente magico. All’interno di una società che cammina in maniera sempre più spedita è naturale chiedersi quale sia l’impatto di due arti come queste. Per Giovanna, oggi la fotografia ha un’influenza potentissima in quanto con l’avvento dei social media noi viviamo di immagini e di fotografie, inoltre parliamo attraverso le fotografie, però questo è un tipo di fotografia.

Giovanna così come anche Rosario, mi spiegano infatti che la fotografia che loro cercano è un’arte e quindi è chiaro che come tutte le altre arti possiede un’influenza su chi vuole essere influenzato da essa e non è possibile trovarla per esempio su un social network come Instagram, e nel caso in cui su Instagram fosse possibile trovarla, non possiede la stesso impatto e non equivale ad avere la stessa esperienza di possedere una fotografia davanti ai propri occhi. 

Questo dialogo non è l’unico tema delle due giornate, intrecciato ad esso vi è il concetto di evolvere, una vera e propria chiave condivisa da danzatori e fotografi, il leitmotiv del percorso. Il concetto di evolvere, spiega sempre Giovanna, è ciò che più rappresentava lei ed il gruppo. Rosario, per esempio, crede che evolvere sia l’istinto primario dell’uomo ed evidenzia come noi esseri umani, in quanto tali, siamo fatti per evolverci e non solo a livello scientifico, ma anche a livello psicologico ed artistico. 

Vedremo infatti nelle varie performances come i corpi stessi delle danzatrici e dei danzatori attraverso la danza si trasformino, ciò è necessario. Essere qualcos’altro, essere qualcun altro. 

Foto di Luca Guido 

Foto di Luca Guido 

I protagonisti di questa iniziativa condividono la stessa fervente passione per il teatro, una passione che permette loro di avere una lucida visione del teatro odierno, della situazione nella quale versa, delle sue criticità e dei suoi pregi. 

Giovanna soprattutto mette in evidenza i vari problemi del settore teatrale italiano secondo il suo punto di vista: la tendenza a porre etichette che si scontra con l’odierna multidisciplinarietà che sempre di più viene richiesta, quindi separare teatro e danza, non è efficace.

Un’altra problematica riguarda la qualità. Giovanna precisa che mettere in luce un problema legato alla qualità non vuol dire che all’interno del panorama italiano non vi siano prodotti di qualità, anzi ve ne sono molti secondo la danzatrice, il vero problema è che rimangono in una nicchia, questo non aiuta il settore teatrale.

Il teatro, come sappiamo, è fondamentale all’interno di una società, lo è stato per Rosario, al quale ha insegnato a liberarsi di qualcosa che teneva dentro e lo ha aiutato ad esprimersi, ecco perché è fondamentale dar ascolto a voci come quella di Giovanna che da giovane artista emana un grido d’allarme per una situazione che deve cambiare e che mette in evidenza come non ci sia più tempo da perdere.

Detto ciò, non mi resta che invitarvi a vivere queste due bellissime serate in maniera piena in compagnia di Giovanna, Rosario, e tutto il gruppo che da tempo lavora affinché voi pubblico possiate vivere momenti di forte impatto e autentica bellezza. 

Un ultimo aspetto da ricordare, che non è di minore importanza e che caratterizza ancor di più la performance di ogni ballerina/o in scena, è la presenza di Luca Guido, il quale fotograferà danzatrici e danzatori durante la loro esibizione.

Ad esibirsi nell’arco delle due serate saranno quindi Giovanna Zanchetta, Rossana Abritta, Pierpaolo Scida, Denise Gioia, Sara Buonomini, Michela Califano, Bianca Macerini, Edoardo Camilletti.

Figure essenziali di questo progetto sono allo stesso tempo i fotografi Roberta Ungaro, Francesco Marcucci, Simona Silvestri, Bianca Macerini, Elisa Iasi, Luca Guido ed il videomaker Leonardo Marziali

Non mi resta che rinnovare l’invito ad essere presenti a questo travolgente evento pensato per voi pubblico che siete fruitori ed allo stesso tempo creatori, vi aspettiamo! 

Articolo di Alfonso Gallo

L’evento è organizzato in rispetto delle misure anticovid. 
Ingresso con biglietto: 10€ (3€ tessera associativa 2022 + 7€ contributo artisti). 

Il biglietto è valido per l’intera serata a cui sarà possibile accedere a qualsiasi orario.
È gradita la prenotazione. 

Per info e prenotazioni: overlimbs@gmail.com 

Grazie a tutti, vi aspettiamo!!! 

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Eventi

EssereMateria

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Evolvere 

Venerdì 28 ottobre e sabato 29 ottobre 2022 
dalle 19:00 

Open Studio. Sperimentazione su possibili dialoghi tra fotografia e danza. Attraverso un’esperienza poliedrica, lo spettatore assisterà alla creazione di un prodotto estemporaneo della danza e a seguire quello riproducibile della fotografia di danza. Nel medesimo spazio e nel medesimo tempo verrà resa fruibile la visione di un singolo evento da due focus diversi: dello spettatore e del fotografo, il primo esterno e grandangolare, il secondo intimo e specifico, ottenuto attraverso la condivisione dello spazio con il performer. 

Qual è il tema della serata? 
Evolvere” sarà il concept a partire da cui ogni artista svilupperà il proprio lavoro. 

Cosa succederà?
Nell’arco delle due serate si susseguiranno le performances degli artisti in diversi spazi dell’Ex Mercato di Torre Spaccata, alle quali lo spettatore potrà fruire liberamente, spostandosi nei vari luoghi.

Sarà possibile visionare il prodotto fotografico della serata e successivamente sarà visibile completo di post-produzione online sui canali social di “Collettivo Overlimbs” (IG: @overlimbs, YT: Over Limbs). 

In più sarà allestita una mostra fotografica, un primo studio sulla fotografia analogica di danza di Simona Silvestri

Durante la serata ci sarà un servizio food&beverage. 

Qual è il programma?
h 19.00: Start evento: presentazione e aperitivo offerto 
h 19.30: Prima performance 
h 20.00: Seconda performance 
h 20.30: Terza performance 
h 21.00: Quarta performance 
h 21.30 in poi: Dj set con Ra-tô-ghè-ton 
Biglietti: 10€ (3€ tessera associativa + 7€ contributo artisti)
Il biglietto è valido per l’intera serata a cui sarà possibile accedere a qualsiasi orario. 
È gradita la prenotazione.
Per info e prenotazioni: overlimbs@gmail.com 
 
L’evento è organizzato in rispetto delle misure anticovid. 
Ingresso con biglietto: 10€ (3€ tessera associativa 2022 + 7€ contributo artisti). 

Il biglietto è valido per l’intera serata a cui sarà possibile accedere a qualsiasi orario.
È gradita la prenotazione. 

Per info e prenotazioni: overlimbs@gmail.com 

Grazie a tutti, vi aspettiamo!!! 

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SPACC'ARTISTA

Angelo Addessi

La vita e le emozioni rappresentate attraverso la rielaborazione digitale della fotografia

Angelo Addessi, classe 1957, nato a Formia e vive a Roma. Educato da due meravigliosi genitori, segnati nella vita dai tristissimi eventi della Seconda Guerra Mondiale, ha creduto sin da piccolo nei veri valori e profondi ideali della vita. Valori e ideali che lo hanno condotto quasi per mano ad arruolarsi minorenne nell’Arma dei Carabinieri.

Ha sempre creduto fermamente che l’Arma sarebbe stata la sua futura famiglia e così é stato. Contro il volere della madre, che lo lascia libero di decidere sulla propria vita, supera la selezione e si arruola nell’Arma dei Carabinieri fino a raggiungere nei decenni di carriera il grado apicale di Maresciallo Aiutante sostituto Ufficiale di Pubblica Sicurezza.

Ancora oggi ricorda con devozione gli anni di servizio a favore dell’Italia e della Collettività. Ciò che amava del suo lavoro era stare a contatto con le persone e sentirsi saldo riferimento per la vita sociale di un centro urbano. La sua carriera e le benemerenze acquisite negli anni, sono state premiate dal Presidente della Repubblica Italiana nel 1998 che gli conferì l’onorificenza di “Cavaliere della Repubblica Italiana”. Allo stesso modo ora ritrova gli stessi valori di servizio e condivisione nell’espressione artistica. I suoi lavori racchiudono le sfere più intime del suo carattere.

Angelo Addessi continua ora una seconda vita come artista. “Ho imparato che la mia vita è un’eterna lezione. Non ne ho mai abbastanza”, sono state le prime parole che mi ha saputo rivolgere non appena seduti, entrambi pronti per iniziare l’intervista.

Riconosciuto come artista contemporaneo a livello nazionale ed internazionale, opera una rielaborazione di immagini fotografiche originali attraverso software digitali di immediata disponibilità su device mobili e computer più comuni. Si concentra sulla rielaborazione di soggetti che appartengono alla sua quotidianità. 

Sono tangibili i richiami alla Pop Art per l’utilizzo della tecnica di stampa su tela. Ma i colori vividi e decisi richiamano l’impatto delle riproduzioni vignettistiche rielaborate ad olio su tela da Roy Lichtenstein, ingrandite, sgranate, estrapolate dal contesto fumettistico ed autosufficienti in solitaria.

Fin dai primi anni ‘60, due artisti iconici, Andy Warhol e Lichtenstein, fanno propri i metodi meccanici di stampa con il tentativo di democratizzare l’arte e farla scendere dal piedistallo élitario attraverso una riproduzione in serie di opere che immortalano soggetti “popular”, attrattori del vasto pubblico perché icone di un immaginario quotidiano, derivanti dall’esposizione frequente e ripetuta alla comunicazione pubblicitaria. L’opera d’arte perde la sua esclusività e ne acquista il pragmatismo di una società consumistica orientata alla produttività e al mercato.1

Angelo Addessi mi ha spiegato che, ispirandosi a quei maestri emblematici, utilizza la tecnica della stampa fotografica su tela ma con un percorso inverso a quello operato dagli artisti internazionali sopra citati. Egli riscopre l’emisfero emotivo attraverso la rielaborazione digitale del proprio archivio fotografico e poi la impressiona su tela. L’intento è quello di rendere la stampa, non più una riproduzione meccanica ed industriale ma un mezzo in grado di impressionare su tela l’emotività. Egli utilizza inchiostri stampati con una resa in alta definizione per far emergere i dettagli e la brillantezza dei colori. 

Attraverso la rielaborazione digitale di inquadrature quotidiane ne ritrova profili stilizzati dal colore saturo e contrastato. L’essenza delle inquadrature si rintraccia attraverso silhouettes dai colori vividi. Gli scatti perdono il proprio significato originale, trasformandosi in momenti espressivi di emotività e sensazioni personali. 

La stampa serigrafica si fa mezzo per trasportare l’emotività su tela abbandonando la sua caratteristica meccanica. La tela si fa istantanea che immortala le sensazioni ed i movimenti intimi dell’artista. 

Angelo modifica digitalmente un archivio fotografico quotidiano, pixel dopo pixel. I mezzi con i quali rielabora gli scatti sono a disposizione su qualsiasi shop virtuale di applicazioni. Dunque un mezzo a disposizione di tutti che egli ha fatto proprio per creare. Attraverso di essi esprime la propria personalità tenace dai confini netti. Nonostante il carattere saldo e sicuro, ho avuto l’onore di conoscere, attraverso questa intervista, un artista aperto al dialogo, un uomo curioso che mai smetterà di imparare e conoscere. 

Ha esposto le sue opere durante mostre di livello nazionale ed internazionale, è membro attivo del gruppo di artisti autodefinitosi MOSKA. Collabora con lassociazione Culturale non profit Art Experience di Salerno e fa parte degli artisti che hanno partecipato agli eventi fieristici organizzati da NEF, Nord Est Fair. 

Ci siamo incontrati e abbiamo fatto due chiacchiere insieme all’amica e artista contemporanea Nadia Turella. Ad ora, anche lei Spacc’Artista a tutti gli effetti

1Arte del Novecento 1945-2001“, Miriam Mirolla e Guido Zucconi, Mondadori Università, pag. 70-73 
Quando hai capito le tue necessità di espressione attraverso la fotografia digitale e la stampa ad alta risoluzione su cotone vegetale? 

Partendo dal presupposto che non sono fotografo, dico sempre che la mia passione è immortalare istanti per trasmettere emozioni e condividerle con chi le percepisce attraverso i miei lavori. Credo nel potere di fermare il tempo, per me la fotografia digitale è un mezzo per osservare il mondo e rielaborare le immagini per comunicare una sfera emotiva impercettibile ad occhio nudo. Credo nelle sintonie emotive, questi lavori mi permettono di instaurare una relazione con chi osserva attraverso un dialogo muto, fatto di emozioni e colori pieni, vibranti. 

Perché scegli il cotone vegetale come supporto per le tue stampe su tela? 

Il cotone è un materiale molto resistente che non si altera facilmente nel tempo, l’inchiostro che utilizzo per la stampa si addentra in maniera profonda tra il reticolo di fili. Utilizzo inchiostri naturali per le stampe su tela, che rimangono vividi e vibranti. Non avendo elementi sintetici nella composizione rimangono delicati sul tessuto, senza andare a minare la brillantezza del colore con una resa ad alta risoluzione. 

La qualità dei materiali è il mio primo obiettivo al fine di realizzare dei lavori durevoli nel tempo, come sono permanenti le foto digitali archiviate su un qualsiasi hard disk. I pixel rimarranno per sempre incastonati in quel file digitale, e potranno essere visionati in qualsiasi momento, almeno fin quando non sarà obsoleto il formato digitale che permette di salvare quei dati digitali. Ma credo che, anche quando il file risulterà illeggibile per un determinato computer, avremo sempre il modo di estrarlo e trasformarlo in un formato compatibile alternativo. 

Dunque, essendo i dati digitali costanti nel tempo, avevo l’intenzione di dare alle mie opere digitali un supporto fisico che potesse assomigliare ai supporti digitali nella resistenza durevolezza ed efficienza nel futuro. 

Ci vuoi parlare di un’opera in particolare che ti rappresenta e come l’hai realizzata? 

In ogni lavoro catturo attimi della mia vita con semplici scatti fatti con il cellulare. Come un pittore, elaboro l’immagine ma non utilizzo colori a tempera o ad olio. Li sostituisco con effetti di saturazione, contrasto, luminosità e valori tonali, bilanciamento dei colori per modificare i pixel. Il risultato sono quadri quotidiani a lunga durata. Perpetuo attraverso il digitale istanti che emanano vibrazioni non altrimenti percepibili. 

Un lavoro in particolare cattura un istante di vita passata. In gioventù, prima di arruolarmi, facevo il meccanico. Mi entusiasma tuttora capire il funzionamento dei motori. Mi piace il loro rumore e come tutti i pezzi si incastrano per formare un sistema che compie lavoro. 

L’anno scorso ho lavorato ad una fotografia, associata a disegno grafico in digitale, dal titolo “Introspezione” . Ritrae, in un’immagine vivida e vibrante, quel periodo con le mani sporche di olio e la voglia di comprendere ogni meccanismo. Ho fotografato un motore di un veicolo e poi ci ho lavorato sopra digitalmente modificando ogni pixel. 

In fondo, nonostante i miei 65 anni,  sono ancora un apprendista della vita, volo con la mente. Dalla meccanica adolescenziale ai sogni da adulto. Godo dei colori dettati dalla saggezza. Questo è il mio passato, ma anche il presente di chi ricorda. 

Non amo parlare troppo dei miei lavori perché preferisco che ne parli chi li osserva. Per questo ti ho portato alcune critiche che amici e colleghi hanno scritto su questo lavoro, almeno puoi avere uno sguardo più completo. 

Ultima domanda: Mi hai detto che fai parte di un gruppo di artisti che si autodefinisce MOSKA. Perché avete scelto questo nome? 

Beh, tu la conosci l’aneddoto su Giotto e Cimabue? Nessuno sa se sia realmente accaduto, le fonti sono incerte anche in merito al suo apprendistato nella bottega di Cimabue. Ma ne scrive il Vasari nella celebre opera Le Viteed io mi appello a lui come testimone. 

Un aneddoto a cui vogliamo credere perché racconta una forma autoironica di presentazione di sé e degli altri. Noi, artisti del gruppo MOSKA, vogliamo fare i seri senza prenderci troppo sul serio. 

Per questo motivo Giotto ci ha ispirato per la scelta del nome del gruppo. L’aneddoto narra che l’artista, eccellente nella sua tecnica, disegnò una mosca talmente tanto realistica sul dipinto di Cimabue che il maestro cercò di mandarla via scuotendo la tela. Quando si accorse che era  pittura, il maestro capì che l’allievo l’aveva superato e sarebbe stato in grado di camminare con le sue gambe. 

Vi lasciamo al link di seguito un articolo molto interessante sulla mosca nella storia dell’arte, scritto da Silvia Tomasi per CFArtsDove si posa la mosca, che il diavolo dipinge | Conceptual Fine Arts

Referenze e Link

Critiche artistiche scritte da parte di colleghi ed amici ad Angelo Addessi.

Arte del Novecento 1945-2001, Mirolla M. & Zucconi G. (2002). Mondadori Università.

L’Associazione Art Experience, (n.d.). Art Experience. Retrieved March 20, 2022.

Artisti CATS ArtePadova, (n.d.). Retrieved March 20, 2022.

Giotto :: arte italiana :: Galleria degli Uffizi, (n.d.). Uffizi Firenze. Retrieved March 20, 2022.

Dove si posa la mosca, che il diavolo dipinge, Tomasi, S. (2021, March 8). Conceptual Fine Arts. Retrieved March 20, 2022.

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Giovanni Verga tra fotografia ed esplorazione del vero

Venerdì 30 aprile, dalle 20:00
Domandarsi se sia nata prima la vena verista o la sua “segreta mania” per la fotografia, a proposito di Giovanni Verga, è come domandarsi se sia nato prima l’uovo o la gallina. Con questa considerazione, Martina Marotta accompagna la nuova tappa alla scoperta di quest’autore, spaziando nell’ambito che finora ha caratterizzato buona parte della sua formazione e professione: la fotografia e lo studio dell’immagine. 
 
Di certo, da Capuana a De Roberto, letteratura verista e fotografia sono state in costante comparazione; e nelle opere letterarie di Giovanni Verga non mancano riferimenti comuni nelle sue opere fotografiche. 
Tra immagini di contesti agricoli e urbani, tra contadini e campieri immortalati come una vera e propria testimonianza, è possibile definire Giovanni Verga un precursore della fotografia d’inchiesta in Italia?

Giovanni Verga tra fotografia ed esplorazione del vero 

Avete perso la terza puntata su Giovanni Verga? Nessun problema!
Guardate il video della diretta. 

Se avete perso le prime puntate, le potete riguardare sulla pagina apposita Verga Tour.  

Restate aggiornati sulla pagina FB dell’Ex Mercato Torrespaccata per le prossime puntate del Verga Tour (sempre in live) e i prossimi eventi! 

Grazie a tutti!