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Martina Bonati

Un primo passo tenendo la paura per mano 

Martina Bonati, una faccia mille volti creativi: Arte drammatica, Pittura, Musica. 
3 aggettivi che utilizzeresti per descriverti: 

Diciamo che Martina è impaurita, ha tanta grinta ed è in scoperta.

Ma parliamo di M.A. ovvero la firma artistica che ho scelto per dare voce a riflessioni intime e creative. 

Con molta semplicità, grazie a questo nome d’arte mi permetto di coltivare la pittura ed il disegno senza autogiudizio sulla mia persona, per ora mi va bene così. 

Cosa pensi delle professioni artistiche e come ti ci vedi? 

Credo che voler essere artista implichi un giudizio altrui, nel bene e nel male.
E come mi è stato detto "Se sarà, Artista ti definiranno gli altri e non tu".

Nel mio lavoro cerco di non portare con me la presupposizione egoriferita di essere per forza un’artista, vado semplicemente verso un bisogno arricchendolo di studio e pratica.

Attualmente mi trovo in un periodo di scoperta. Sto imparando a sfruttare la pittura per sondare terreni intimi e scoprire il mondo che mi circonda. 

Secondo te, cosa è veramente necessario per lavorare nel vasto mondo dell’arte. 

Credo che l’arte necessiti di studio e tempo per arrivare ad una consapevolezza interna ed esterna. Il tempo è fondamentale per poter difendere il proprio punto di vista, la maturità dettata dallo studio e dalla ricerca permette di avere una visione ampia ed attenta.

L’arte necessita di precisione ed impegno costante non basta il talento. 

Come vedi il lavoro nel settore artistico e culturale in Italia? 

Spero che quando avrò tanta esperienza alle spalle ed una carriera artistica, il mio paese e la sua politica mostrino rispetto per le professioni coinvolte, non vorrei sentirmi data per scontata tra dieci/venti anni. 

Da parte nostra, giovani aspiranti lavoratori dell'arte, vi è sicuramente tutto l’impegno necessario per riuscirci. 

Come hai conosciuto l’Ex Mercato di Torre Spaccata e perché hai deciso di esporre le tue opere in questo luogo? 

Lo scorso anno ho partecipato al “Festival dell’Arte Spaccata” presso lo spazio culturale di Torre Spaccata. Macedonia Teatro ha organizzato un contest di corti teatrali dal titolo “Teatro Spaccato“. A breve si inaugurerà la seconda edizione dal 3 al 5 Giugno.

Le compagnie teatrali vincitrici della prima edizione hanno ottenuto l’assegnazione di residenze artistiche ed una data al teatro Tor Bella Monaca di Roma per i primi classificati. 

All’interno del festival vi era una sezione dedicata alle arti visive, dunque ho colto l’occasione per dare il mio contributo anche lì, esponendo per la prima volta due miei quadri che si sommano al talento di tutti i ragazzi e le ragazze coinvolte.

Credo che sia un’iniziativa di valore per chi, come me, vuole intraprendere un percorso professionale nel mondo dell’arte e dello spettacolo. 

Quest’anno collabori con Macedonia Teatro per l’ideazione della locandina della seconda edizione del “Festival dell’Arte Spaccata1, com’è nata questa partecipazione? 

Sinceramente è nata in modo molto spontaneo, ci siamo incontrate per definire idee e spunti. 

L’intento era quello di far conciliare il progetto della locandina con l’emotività sentita dietro l’organizzazione del Festival, nel segno del protagonismo giovanile e della valorizzazione dell’arte in tutte le sue forme. 

Una seconda edizione, soprattutto se la prima è andata bene, mette molta paura e insicurezza, perché l’aspettativa può fare brutti scherzi.

Durante l’incontro abbiamo parlato proprio di questo, abbiamo ragionato sulle emozioni provate e sulle energie percepite sotto pelle. Subito dopo, ho iniziato ad abbozzare dei soggetti. 

Infine, ne abbiamo scelto uno che rispecchiasse la sfera emotiva delle persone coinvolte e la creatività come punto di riferimento. La silhouette prosperosa del disegno tende ad evidenziare le forme rotonde che si lanciano nello spazio. 

Il corpo femminile stilizzato è evidenziato con tratti dinamici e sinuosi, nascondendo i lineamenti fisionomici.

Blu-oltremare è il colore scelto per la parte grafica del festival perché ingloba emotività contrastanti e intense. Ricorda le vastità del mare, ma anche la profondità degli abissi. Ed infine ciò che evoca è un coraggioso salto nel vuoto. Un nuovo inizio, tenendo la paura per mano. 

1Festival dell’Arte Spaccata“, seconda edizione, locandina, disegno di M.A.; grafica di Gaia Tirone e Claudia Auricchio 

Tu dici sempre “ non sono io che decido, è il quadro che mi indica le forme da seguire”, da dove deriva questo tuo approccio alla pittura? 

Sicuramente deriva dal percorso di formazione che ho seguito presso la scuola Steiner-Waldorf. Fin dalle medie ho imparato a seguire un approccio scolastico alternativo all’insegnamento classico. Il percorso formativo si concentra sulla costruzione della personalità e della coscienza dell’individuo per imparare a stare al mondo, non solo sull’insegnamento di nozioni.

La pittura mi ha sempre accompagnata durante la formazione scolastica e ho imparato a seguire il volere dei colori, dei pigmenti, a seguire l’istinto e non solo la logica. 

Ho imparato ad ascoltare il segno del pennello. Supportati da una tecnica precisa, i miei lavori si creano da sé seguendo le forme che mi offrono e che cerco di riconoscere ogni qualvolta mi metto a lavorare su carta o su tela. Si tratta della libertà di adattarsi e affidarsi alle forme che si creano autonomamente. 

Martina, tu sei anche musicista, oltre ad essere un’attrice d’arte drammatica e artista. Da dove nasce la passione per la musica? 

Deriva dalla famiglia in cui sono cresciuta. Mio padre lavora nel settore musicale e mi ha trasmesso questa passione. Dopo aver fatto molteplici tournée suonando con artisti nazionali ed internazionali, ha aperto la sua scuola di musica insieme a mio zio che è batterista. A sei anni ho iniziato a studiare canto e strimpello qualche strumento. La musica mi aiuta ad esprimere non detti, mi aiuta a fare chiarezza. 

Anche la volontà di essere attrice nasce dalla musica, in realtà. Da piccola avrei voluto essere cantante, ma crescendo mi sono resa conto che non mi bastava stare in piedi di fronte ad un microfono. Avevo bisogno di avere padronanza del corpo per poter lavorare anche sulla mia voce.

Così ho scelto di iniziare a studiare recitazione presso l'”Accademia d’Arte drammatica Cassiopea” a Roma. E attualmente mi sto specializzando nel doppiaggio cantato presso la scuola “Ermavilo” a Roma. 

Avendo tanti interessi, come vedi il concetto di scelta? 

Ora come ora, vedo le scelte come possibilità, mai come limite. 

L’importante è ricordarsi che si possono sempre prendere nuove decisioni, ci troviamo sempre di fronte a nuove scelte da decifrare.  

Referenze e Link:

Martina Bonati

Referenze e link: 
Festival dell’Arte Spaccata, seconda edizione“, 2022, organizzato e diretto da Macedonia Teatro in collaborazione con l’Associazione Culturale Calpurnia
 
Festival dell’Arte Spaccata, seconda edizione, locandina“, 2022, disegno di M.A.; grafica di Gaia Tirone e Claudia Auricchio 

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Festival dell’Arte Spaccata 2022

Festival dell’Arte Spaccata 2022

II Edizione

3 / 4 / 5 GIUGNO 2022

In questi giorni, si è svolta la seconda edizione del “Festival dell’Arte Spaccata“, un Festival di Teatro, Musica dal vivo, esposizioni di Arte visiva organizzato e diretto da Macedonia Teatro in collaborazione con l’Associazione Culturale Calpurnia

Il Festival ha proposto un programma di tre serate, all’interno delle quali hanno coesistito più eventi: il “Concorso Teatro Spaccato” per corti teatrali, un’esposizione di arte visiva e una sezione dedicata alla musica dal vivo. 

Per tutta la durata del Festival c’è stata un’Esposizione di Arte Visiva e Audiovisiva con le opere delle/degli artiste/i: M.A.Gaia TognoniTajerinLeonardo CascianiMariano De LorenzisGaia TironeRa-tô-ghè-ton. 

Programma del Festival:

VENERDÌ 3 giugno 

Apertura serata con il corto teatrale:
La Madonna dei TopiFucina Zero 

CORTI TEATRALI 
Déja VuCollettivo Est 
Sala d’attesaCompagnia Ignotus 

MUSICA & PAROLE  
Di noi e di tanti altriAurora e Marta

SABATO 4 giugno 

CORTI TEATRALI 
Il circo senza tetto
Pierre Jacquemin 
PeregrinationesCollettivo Museco 
Io mi ricordo quandoAyroldi/Gambino 

MUSICA 
Welcome to SellywoodSellywood

DOMENICA 5 giugno  

CORTI TEATRALI 
ArmatureMerison 
Cara LibertàLiberaKanti

MUSICA 
Matti Unici

Grazie a Macedonia Teatro, a tutti gli artisti ed artiste che sono stati con noi in questi tre giorni di Festival! 

Grazie a tutti per aver partecipato all’evento in presenza e in live!

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Tre giornate dedicate ai corti teatrali

Stasera, 3 giugno 2022, comincerà la seconda edizione del “Festival dell’Arte Spaccata“: tre giornate dedicate ai corti teatrali con compagnie formate da giovani.

Come ci hanno abituato le giovani fanciulle del Teatro Macedonia, nella seconda parte delle serate si esibiranno dei giovani cantautori. 

Queste tre giornate sono il frutto nato dalla semina di questi mesi di innumerevoli persone, in parte Ex Mercato, Teatro Macedonia che hanno la responsabilità dello svolgimento di tali eventi, ma ci sono state innumerevoli persone che si sono coinvolte non solo per esibirsi, ma anche per collaborare alla parte organizzativa cosicché l’evento è un evento condiviso. 

Per i giovani della street art troverete lo striscione appeso in via Settimio da Vico, ed alcune opere all’interno. 
Ci saranno sette artisti che esporranno e presenteranno le loro opere che vanno dai dipinti, alle fotografie, ai disegni, ad istallazioni audiovisive. 

In una società in cui anche nella cultura conta solo il consenso, misurato dal numero degli spettatori, siamo orgogliosi che il gruppo che si è creato, di cui noi facciamo parte, guarda sempre il consenso, però cammina insieme al lavoro di programmazione culturale ed ad un’attenzione all’ascolto dei giovani artisti perché loro saranno il futuro. 

Ci fa piacere condividere con voi una cosa importante per noi, gli spettatori che vengono, non necessariamente sono sempre gli stessi, anzi c’è un ricambio sera per sera, non indifferente.
Questo a noi piace, perché portare a teatro o ad ammirare opere artistiche persone che altrimenti non sarebbero mai andate se non per i nomi importanti o solo per amicizia, questo è un grande risultato. 

Vi aspettiamo stasera, dalle 19:00, sperando di stupirvi attraverso i nostri miglioramenti organizzativi e culturali. 

Grazie a tutti! 

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Eventi

Festival dell’Arte Spaccata 2022

Festival dell’Arte Spaccata 2022

II Edizione

3 / 4 / 5 GIUGNO 2022 – Dalle 19:30 

Il Festival dell’Arte Spaccata apre le danze per la sua seconda edizione!

Un Festival di Teatro, Musica dal vivo, esposizioni di Arte visiva organizzato e diretto da Macedonia Teatro in collaborazione con l’Associazione Culturale Calpurnia, presso l’Ex Mercato di Torre Spaccata (via Filippo Tacconi, 11 – angolo Via dei Romanisti). 

Un’occasione di incontro, scambio e confronto per giovani artistǝ under35. 

Il Festival propone un programma di tre serate, all’interno delle quali coesisteranno più eventi: un concorso per corti teatrali, un’esposizione di arte visiva e una sezione dedicata alla musica dal vivo. 

Per tutta la durata del Festival ci sarà un’Esposizione di Arte Visiva e Audiovisiva con le opere delle/degli artiste/i: M.A.Gaia TognoniTajerinLeonardo CascianiMariano De LorenzisGaia TironeRa-tô-ghè-ton. 

Programma del Festival:

VENERDÌ 3 giugno 

Apertura serata con il corto teatrale:
La Madonna dei TopiFucina Zero 

CORTI TEATRALI 
Déja VuCollettivo Est 
Sala d’attesaCompagnia Ignotus 

MUSICA & PAROLE  
Di noi e di tanti altriAurora e Marta

SABATO 4 giugno 

CORTI TEATRALI 
Il circo senza tetto
Pierre Jacquemin 
PeregrinationesCollettivo Museco 
Io mi ricordo quandoAyroldi/Gambino 

MUSICA 
Welcome to SellywoodSellywood

DOMENICA 5 giugno  

CORTI TEATRALI 
ArmatureMerison 
Cara LibertàLiberaKanti

MUSICA 
Matti Unici

Scopri di più sul Festival » 
L’EVENTO SARÀ IN PRESENZA CON IL RISPETTO DELLE MISURE ANTICOVID. 
INGRESSO CON CONTRIBUTO DI 3€ E TESSERA ASSOCIATIVA ANNUALE 2022 (5€).

Vi aspettiamo!!! 

Disegno di locandina di M.A.
Grafica di Gaia Tirone e Claudia Auricchio 

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Massimo Sconci

Specchio specchio delle mie brame, il teatro serve per dialogare 

Con Massimo Sconci esploriamo in modo soggettivo il mestiere dell’attore. Vive a Roma, ma torna spesso a L’Aquila, dove è nato. Ama il teatro e crede che, come ogni altra forma d’arte, sia uno specchio della società.

Si impegna per portare davanti al pubblico un teatro di parola. Gian Maria Volonté è l’attore che definisce come maestro iconico e modello personale.

Come descriveresti il teatro? 

Ho sempre visto il teatro come un mezzo di comunicazione. Credo che possa essere inteso come luogo di scambio a livello empatico. Grazie ad esso si possono instaurare dialoghi lavorando a livello emotivo e narrativo.

Il teatro oggi è necessario per se stesso e per le proprie sperimentazioni contemporanee. Credo che il pubblico sia l’elemento imprescindibile per essere efficaci. 

Senza testimoni oculari il teatro viene meno, il palcoscenico si svuota di senso. Qui troviamo il suo essere allo stesso tempo espressione artistica e mezzo di comunicazione per raccontare la società in cui viviamo. 

Il periodo pandemico ci ha insegnato il valore delle persone in sala. Senza un pubblico e porte aperte il teatro stesso perisce. 

Come ti piace intendere il mestiere dell’attore? 

Questi ultimi anni di ripresa del settore culturale, ci hanno insegnato anche che la qualità vince sulla quantità. Come nella comunicazione, non importa quante parole si mettono insieme, è fondamentale trovare quelle giuste. Dunque, credo che essere attore sia un mestiere complesso, ma necessario per veicolare una forma di dialogo efficace. 

L’Aquila Nuova1 è il titolo della drammaturgia che hai scritto, diretto e portato in giro per l’Italia. Parla della tua città sotto le macerie, parla di distruzione e ricostruzione.
Perché hai deciso di affrontare un tema tanto sofferto? Quale è il messaggio che volevi comunicare?

Mi sentivo in diritto di farlo essendo Aquilano. Credevo fosse necessario portare sul palco un punto di vista soggettivo.

Ho scelto di prendermi la responsabilità di raccontare con tono satirico e ironico quello che per molti è rimasto un fatto di cronaca sui giornali. La prima intenzione era riflettere con i miei concittadini, volevo raccontare la memoria condivisa di un fallimento urbanistico, politico e sociale. Credo che dopo più di dieci anni dal terremoto del 2008 abbiamo ancora bisogno di una città nuova. 

“L’Aquila Nuova” ha bisogno di nuovi Aquilani, prima di tutto. La faticosa ricostruzione è stata fondamentale per riprendere in mano la quotidianità. Ma è necessario riconoscere che non sono gli edifici a fare le persone. 

L’Aquila ha bisogno di nuova linfa, di persone nuove. L’Aquila che vorrei vedere è abitata da cittadini che si sono scrollati il passato di dosso.

Il teatro di parola per raccontare il mondo. Con lo spettacolo dal titolo “I Buchi Bianchi2 hai utilizzato lo stesso tono satirico e scenografia scarna.
Hai deciso di raccontare una realtà che non ti appartiene:
La guerra in Siria. Perché?

Si, è vero il conflitto siriano non mi appartiene, ma non lo ho mai visto come una realtà troppo lontana da me. 

Mi interessa ed è per questo che ho voluto studiare ed approfondire le sue dinamiche di distruzione e ricostruzione. In qualche modo, queste due parole contrapposte legano sotto un medesimo denominatore due continenti. Oriente ed Occidente che trovano terreno comune in due drammaturgie che ho scritto e diretto.

Ritroviamo lo stesso tono ironico, ma con un’intenzione alla base diversa. Non sono siriano, dunque è una realtà che non ho vissuto in prima persona. Sentivo la necessità di portare il tema fuori dalla cronaca giornalistica. Sentivo il bisogno di metabolizzare le narrazioni in prima persona che avevo ascoltato attraverso il lavoro di divulgazione ed informazione delle associazioni culturali che frequento, tra cui l’associazione culturale Ararat3.

Anche per questa drammaturgia ho scelto di parlarne in modo soggettivo, ma non dal mio punto di vista. Assumo il ruolo di narratore, che attraverso la parola ripercorre la storia di Ahmir, un ragazzo tenace dal volto segnato che non si abbandona, tenta ogni giorno di ricostruire la sua vita da sotto le macerie della guerra. Ahmir continua a guardare il mondo con occhi nuovi, nonostante tutto. 

Trovo solo una differenza tra le macerie aquilane e quelle siriane: le prime sono causate da un evento naturale catastrofico; per le seconde invece, è l’uomo stesso a distruggere. 

Quale è il messaggio che vuoi trasmettere attraverso il tuo lavoro? 

Credo che il mestiere dell’attore sia una professione responsabile. L’attore deve essere consapevole dello spazio scenico come deve praticare la consapevolezza nel mondo che lo circonda. Non si può ridurre al concetto di maschera, dell’interpretazione di un ruolo, qualunque esso sia. 

Dunque, che messaggio voglio trasmettere? Consapevolezza e responsabilità. Ho scelto questo mestiere perché attraverso di esso mi sento concretamente immerso nella realtà presente ed attuale. 

Crediti fotografici articolo:
Ritratto fotografico per la copertina: 

Angelo Difazio

Referenze e link: 
 
L’Aquila Nuova, Dieci anni dopo“, Muspac, 29 marzo 2019 

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Giulia Carrara

Lettera alla me adolescente

Appassionata del teatro e della scrittura, Giulia Carrara crede nell’arte come via per esternare parti sconosciute di sé al fine di riconoscerle come proprie.

Questa settimana la rubrica Spacc’Artista tocca corde nuove che dal mondo dell’arte riconducono all’alveo delle storie personali; sondiamo terreni intimi, personali con la delicatezza del raggio di sole di una mattina d’inverno. 
Fare l’attore vuol dire portarsi dentro maschere e ruoli interpretati, ma in questo caso non ne avremo bisogno.

Abbiamo incontrato Giulia Carrara, giovane attrice diplomata all’Accademia d’Arte Drammatica di Roma, Cassiopea. 
Grazie a Giulia possiamo affrontare con uno sguardo personale tematiche tanto complesse quanto soggettive: l’adolescenza, l’amore per sé stessi, l’accettazione della propria persona ed il rispetto di sé. 
Macrotemi intricati che possono essere ricondotti a quel periodo adolescenziale di sviluppo e trasformazioni difficili da decifrare. D’altronde ciascuno ha avuto la propria adolescenza e vi è un’unica certezza per tutti: nessuno ne esce indenne. 

Giulia Carrara oltre ad essere un’attrice di teatro posa come modella per shooting fotografici. Sperimenta, scrive e riflette. Le abbiamo chiesto di scrivere una lettera alla ragazza adolescente che era. Quello che ha scritto ci ha commosso. 

Senza ulteriori indugi vi permettiamo di leggere quelle parole scelte con cura, gentilezza e amore. 
Crediamo che tutti abbiano bisogno di accarezzare quelle parti di sé appartenenti ad anni passati. Crediamo nel potere delle parole.
Buona Lettura.

Lettera alla me adolescente

CARA ME, TI SCRIVO RICORDARTI CHE SEI FORTE E GENTILE.

Ciao Giù! Come stai? Matematica sempre 4?!
Daje.

Non sono qui per darti buone o cattive notizie.
Sono qui semplicemente perché ho bisogno di dirti che andrà tutto bene… dopo un po’.
Non subito. Ci metterai anni a capire che va davvero tutto bene.

Ci metterai anni a lasciare andare e ci saranno dei momenti in cui mollare ti sembrerà l’unica via d’uscita.
Ti sembrerà di essere già arrivata al capolinea: vai oltre. Sfondalo. Puoi. Se sono qui ora è perché significa che ad un certo punto lo hai fatto.
Grazie.
Grazie per averci salvato.
Potevi solo tu. 

So che ti sei sempre accettata, anche quando la salute ha deciso di disegnare sul tuo corpo delle cicatrici che sono ancora qui.
So che hai passato dei momenti bui chiusa nel bagno al piano terra della vecchia casa in campagna.
Io ricordo tutto.
So quanto tu ti ritenga incapace di essere “normale”, una adolescente qualsiasi, con un volto qualsiasi e un corpo qualsiasi, so che i tuoi vestiti stravaganti sono la tua maschera preferita: il megafono perfetto per urlare al mondo quanto tu sia arrabbiata.
Lo so che sei arrabbiata, vuoi delle news? Lo sarai ancora, sempre di più e sarai così arrabbiata da trasformare la rabbia in fame verso il mondo, verso l’arte, verso le persone.
Ti sei sempre battuta per te stessa come hai meglio creduto e quello che sono ora è il risultato della tua instancabile rabbia verso le ingiustizie sociali e verso la stereotipizzazione delle persone.
Ti dico chi sei ora:
Sei diventata un’attrice (a proposito mi raccomando fai il laboratorio teatrale della scuola, è da lì che partirà tutto!).
Sei diventata una fotomodella.
Lo so, non ci credi perché tu odi le foto e detesti sorridere. 

So che hai eliminato ogni foto dei tuoi 16 anni.
E soprattutto non ci credi perché non credi abbastanza in te stessa.
Perché pensi di non essere abbastanza per svelarti al mondo per quello che sei ed invece il mondo non aspetta altro che te.
Il mondo ha bisogno di storie e tu, ancora non lo sai, ma tra qualche anno ne avrai da raccontare.
E troverai le tue persone.
Le troverai dopo molti anni, non lo nego, ma le troverai e accoglieranno il tuo dolore, la tua rabbia, la tua stanchezza e le trasformeranno in felicità.
Ci sarà un momento in cui riderai moltissimo.
Ma proprio tanto.
Tornare a guardare le stelle avrà nuovamente un senso.
E ti piacerà sorridere.
Ti riprenderai tutto quello che pensavi di aver perso.
Tutto quello che pensavi di non aver avuto.
Non hai bisogno di cambiare.
Non devi aspettare che principi o principesse ti vengano a salvare. 
Non è una questione di bellezza.

Non cambierà il tuo volto e non cambieranno le opinioni che le persone hanno di te.
Cambieranno le tue priorità e i tuoi valori. Lì avverrà la vera rivoluzione.
Ti innamorerai di quel mestiere che pensavi non avresti mai fatto, tu che venivi presa in giro da tutti perché considerata bruttina e strana, ricordo ancora le palline di carta lanciate nei capelli e le risatine alle tue spalle. Ricordo tutto.
Non c’è un modo per dimenticare o cancellare gli eventi: devi accettarli.
Ci penserà l’arte a esorcizzarli, ci penseranno il teatro, il cinema, la fotografia, saranno loro le tue armi, i tuoi alleati con cui lenire le ferite del passato.
Fidati e affidati.
Conta su te stessa.
Amati alla follia e abbi rispetto di te stessa. 

Ti amo,
Jules ❤️️

Giulia, grazie per aver esposto te stessa e le tue esperienze. Ci vuole coraggio per sondare terreni intimi. Apprezzo il tuo modo di essere personale ma universale allo stesso tempo. 
Era questo il tuo obiettivo nella scrittura della lettera a te stessa?

Si, il messaggio che vorrei veicolare è avere sempre il coraggio di perdonarsi. Ho voluto avere parole gentili per quell’adolescente che ancora mi assomiglia. Ora voglio essere la Giulia che è cambiata e non vuole essere più cattiva con sé stessa. 

Piuttosto che regalarmi odio ho imparato ad accettarmi. E credo che tutti abbiamo bisogno di amore verso gli adolescenti che non siamo più.
Comprendo la bambina che porto dentro perché ho capito che si è trovata in situazioni difficili da gestire da sola. Eppure ce l’ha fatta. 

Perché credi che questa lettera possa essere utile per chi legge?

Non ho voluto raccontare esperienze troppo dettagliate, un po’ per proteggermi un po’ perché credo di non essere al centro del mondo. Dunque il mio obiettivo era scrivere affinché tutti potessero comprendere e comprendermi. Grazie per l’opportunità che l’Ex Mercato di Torre Spaccata mi ha dato, offrendomi carta bianca per mostrare parti di me e di ciò che sono ora. Ho cercato di sfruttarla appieno per mostrarmi trasparente.

Non avrei voluto parlare in prima persona, ma l’adolescenza è una fase turbolenta per tutti. Non vi sono tracciati da seguire, ognuno ne fa esperienza a proprie spese, dunque sarebbe stato inutile riversare parole ed esperienze specifiche di vissuto personale. 

Magari leggendo le mie parole qualcuno vi si potrà immedesimare. Anche se arrivassi ad una sola persona sarei felice. Forse è esattamente quella persona che ha bisogno di amarsi in questo momento.

Si evince dalle tue parole che la tua adolescenza non è stata un terreno facile da attraversare. Tra rabbia, incomprensioni e probabilmente atti di bullismo subiti a cui accenni in modo sfuggente. Che cosa ne hai fatto di tutto questo e che cosa resta ora?

Credo che la Giulia che riconosco oggi, abbia imparato a non vedersi come vittima di un universo meschino. 

Sono consapevole che siamo tutti vittime e carnefici di se stessi e degli altri; come chi bullizza e umilia probabilmente lo fa perché si è sentito ugualmente umiliato ed offeso in altri contesti personali. Ora mi perdono per quello che sono stata e quello che sarò, creo nuove narrazioni per me stessa. 

In particolare, l’Accademia d'Arte Drammatica mi ha insegnato ad accettarmi ed accettare l’altro per come è. La comprensione verso me stessa attraverso la recitazione ed il teatro mi ha permesso di riabbracciare quella bambina arrabbiata e strana agli occhi altrui.

Il teatro è stato per me un percorso di studio e di sperimentazione personale che ha permesso la maturazione e la reintegrazione di parti essenziali del mio carattere. Così ho anche imparato a non avere paura delle persone intorno a me, ho trovato amicizia e supporto. Mi sono sentita ascoltata, accolta dalle persone con cui ho studiato recitazione  e con le quali ancora oggi mi capita di lavorare insieme. 

Link utili e crediti fotografici: 

Giulia Carrara

Elvira Dandrea

Carmen Sorrentino

Ciro Scardamaglio

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Spacco l’Arte

Macedonia Teatro non si ferma, e oltre al Festival dell’Arte Spaccata, sta organizzando una serie di eventi culturali all’interno dell’Ex Mercato Torrespaccata.
 

Teatro, Cinema, Live Painting, Musica dal Vivo, Slam Poetry, Stand Up Comedy, Open Mic. 

Già dal 25 marzo 2022, Macedonia Teatro ti aspetta all’Ex Mercato di Torre Spaccata. L’Officina della Cultura vuole essere punto di riferimento per creativə e la giovane compagnia teatrale sente il bisogno di creare uno spazio per artistə che hanno voglia di fare. 

Macedonia Teatro ringrazia Tommie Qubla che si occuperà della direzione artistica di uno degli eventi in programmazione; Claudia Auricchio per le grafiche; Ra-tô-ghè-ton per le illustrazioni. 

Seguite Macedonia Teatro per rimanere aggiornati sul primo appuntamento il 25 marzo, e sui prossimi! 

Per qualsiasi cosa, potete scrivere: organizzazione@macedoniateatro.it 

Grazie a tutti, vi aspettiamo!!! 

Scopri i frutti della Macedonia » 
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Festival dell’Arte Spaccata 2022

CONCORSO “Teatro Spaccato”

II Edizione 

CONCORSO PER CORTI TEATRALI APERTO AD ARTISTI/E UNDER 35 

L’Associazione Culturale Calpurnia di Roma indice la seconda edizione del concorso per corti teatrali “Teatro spaccato”, sotto la direzione artistica di Macedonia Teatro

Teatro Spaccato” nasce con l’intento di offrire uno spazio di esibizione, incontro e confronto a Compagnie, Associazioni Culturali, Gruppi informali e singoli Artisti/e UNDER 35 nonché l’occasione di far crescere e sviluppare il proprio progetto agli Artisti e alle Artiste finaliste. 

Il concorso si terrà presso l’Ex Mercato di Torre Spaccata (Via Filippo Tacconi, 11 – 00169 Roma) e si svolgerà all’interno del Festival dell’Arte Spaccata – II edizione dal 3 al 5 Giugno 2022. 

Saranno ammessi, dopo una fase di selezione, da un minimo di 6 a un massimo di 15 corti, la cui rappresentazione si svolgerà nel corso di tre serate. 

Il/la primo/a classificato/a avrà la possibilità di svolgere 120 ore di prove gratuitamente presso il Teatro Melies dell’Ex Mercato di Torre Spaccata con una restituzione finale aperta al pubblico, il/la secondo/a classificato/a avrà la possibilità di svolgere 90 ore di prove, il/la terzo/a classificato/a avrà la possibilità di svolgere 60 ore di prove. 

I tre corti finalisti saranno inoltre invitati a partecipare a una manifestazione culturale all’aria aperta prevista per Luglio 2022 e organizzata dall’Associazione Culturale Calpurnia e Macedonia Teatro, al fine di creare un’occasione di incontro, di scambio e di aggregazione con un pubblico quanto più ampio possibile. 

Scopri di più sul Festival » 
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Festival dell’Arte Spaccata 2021

Macedonia Teatro ha realizzato il video di presentazione della prima edizione del Festival dell’Arte Spaccata 2021. 
 
Tre serate all’insegna dell’Arte, del Teatro e della Musica. 
 
Il Festival è ideato e diretto da Macedonia Teatro, una giovane compagnia romana, e organizzato in collaborazione con il team del Cinema Generazionale. A cura dell’Associazione Culturale Calpurnia e grazie al sostegno del Teatro Tor Bella Monaca

Grazie a Macedonia TeatroCinema Generazionale, a tutti gli artisti ed artiste che sono stati con noi durante il Festival! 

Grazie a tutti per aver partecipato all’evento in presenza e in live! 

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Roma la capitale

Venerdì 18 febbraio 2022, ore 20:00 

Roma la Capitale 

Scritto e diretto da Antonio TURCO 
Una frase, “Ho ammazzato Pasolini”. Una risposta, “Sti cazzi”. Il buio. Una immagine da minori banditi”, una camerata con tanti letti. Un signore in giacca, gilet, camicia e cravatta. 
Tutto cominciò da lì, dalla morte di Pasolini“. “Così mi hanno detto“. 
 
Due figure, un uomo e una donna emergono dal nulla, dal buio che viene illuminato dall’idroscalo di Ostia. Si sovrappongono immagini di giovani extraparlamentari in lotta con carabinieri e poliziotti, della Renault in cui c’è il cadavere di Moro, dal corteo che si ferma davanti al corpo di Giorgiana Masi, dalla figura del poliziotto che spara ad altezza d’uomo. 
 
Inizia un lungo dialogo. I due racconteranno quella storia. La donna con risentimento verso l’uomo, Renatino che spiegherà tutti i passaggi. Da Casal del Marmo dove sono stati tutti, alle borgate che diventavano quartieri dormitorio, a Campo de Fiori e Trastevere che diventavano zona di spaccio e dove gli abitanti vendevano le case a quattro soldi ai palazzinari, all’arrivo dei marsigliesi e poi alla morte di franchino il criminale, allo slogan “pijamose Roma“, alla cena di Valmelaina, ai pesciaroli. 
 
Parlerà di Diva d’Assia e del motivo per cui è morto Franchino e poi c’è stata la vendetta dei Proietti e la morte di Frank Giuseppucci. Poi arriverà a parlare del sodalizio con la camorra e della morte di Nicolino e poi parlerà del rapporto con la mafia corleonese di Pippo Calò. Qui interviene l’uomo in giacca che spiega i rapporti tra mafia e bandaccia. Lo fa guardando Renatino. E poi, mentre c’è la musica dei Pink Floyd a tutta callara di fronte al carcere, giunge la notizia che è morto Danilo che da solo è andato ad ammazzà er banchiere Ambrosoli del Banco Ambrosiano e l’hanno sparato ed è morto pure lui. Interviene ancora l’uomo in giacca che presenta Renatino. “Uno solo poteva fa er capo. Sapeva tutto quello che c’era da sapere. Renatino viene coperto con un lenzuolo nero dalla donna.” È morto per l’invidia. Lui era il principe. Il principe. Non l’imperatore. Perché Roma nun vuole capì.
L’evento è organizzato in rispetto delle misure anticovid.
Ingresso con green pass rafforzato (chi è vaccinato o guarito dal covid), tessera associativa 2022 (5€), e contributo spettacolo (3€). 

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Prenotazione obbligatoria, per info e prenotazioni tel. 366.920.3977

Grazie a tutti, vi aspettiamo!!!

Roma la Capitale 

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Grazie a tutti per aver partecipato all’evento in presenza e in live!

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